martedì 11 marzo 2014

POPULONIA


Si estende tra le pendici del promontorio di Piombino ed il Golfo di Baratti , dove sorgeva la città etrusca e romana di Populonia, nota fin dall’antichità per l’intensa attività metallurgica legata alla produzione del ferro. Comprende una parte significativa dell’abitato etrusco e romano di Populonia, con le sue vaste necropoli, le cave di calcarenite ed i quartieri industriali in cui si lavorava il minerale di ematite, proveniente dai giacimenti dell'isola d'Elba, per ricavare lingotti di ferro. Il parco è articolato in diverse aree di visita che permettono di cogliere la trasformazione del paesaggio nel corso dei secoli. 














La costa boscosa del promontorio è rivolta verso l’arcipelago: le sagome scure delle isole fra cui l’Elba e la Corsica hanno costituito fin dall’antichità le quinte sceniche di un paesaggio di terra e di acqua. Fino alle bonifiche moderne, infatti, la pianura che si estende all’interno del promontorio di Piombino era un susseguirsi di laghi e lagune, ricche di pesce e di vegetazione palustre. 
Questo era il paesaggio del IX-VIII secolo a.C., quando sull’acropoli furono costruite importanti capanne per ospitare le più antiche aristocrazie di Populonia. Di queste capanne restano deboli e suggestive tracce sulla sommità dell’acropoli, non distanti dalle monumentali strutture di un’altra Populonia, quella romana che intorno al II secolo a.C. costruisce importanti templi, terme e santuari proprio nel cuore della città. Una rete di itinerari unisce la città delle case e dei templi alla città industriale e alle necropoli che si adagiano sulle prime colline che cingono l’insenatura. I percorsi, oggi come nell’antichità, seguono strade basolate, attraversano boschi e macchia mediterranea e si aprono su inaspettati scorci rivolti alternativamente sul golfo di Baratti o sul mare aperto e l’isola d’Elba. Uno di questi tracciati si spinge fin verso un altro paesaggio, quello del Medioevo. Fra i boschi del promontario i ruderi del monastero benedettino di San Quirico raccontano di una città scomparsa e di un rinnovato interesse per le risorse naturali e minerali della regione.


A costa arborizada é promontório  de frente para o arquipélago : as silhuetas escuras das ilhas , incluindo a ilha de Elba e da Córsega têm constituído as cenas pitorescas de uma paisagem de terra e água. Até os tempos modernos , de fato , a planície que se estende até o promontório de Piombino foi uma série de lagos e lagoas , ricas em peixes e vegetação do pântano .
Este foi o cenário do nono e oitavo séculos A.C., quando sobre as acrópoles  foram construídos casas importantes  para acomodar as mais antigas aristocracias de Populonia . Destes cabanas permanecem vestígios fracos e evocativas no topo da Acrópole , não muito longe das estruturas monumentais de outra Populonia , aquelas Romanas que em todo o século II aC construiu templos importantes , banhos e santuários no coração da cidade. Uma rede de rotas que ligam a cidade de casas e templos para a cidade industrial e a necrópole que repousam sobre as colinas ao redor da entrada. Os caminhos de hoje como nos tempos antigos , siga as estradas originais , através de florestas e vegetação mediterrânica e abrir-se para vistas inesperadas para o Golfo de Baratti , ou, alternativamente, o mar aberto e a ilha de Elba . Uma dessas rotas leva à outra paisagem, que da Idade Média . Entre as madeiras do promontório são as ruínas do mosteiro beneditino de San Quirico dizem de uma cidade perdida e um interesse renovado em recursos naturais e minerais da região.

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